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Quale
futuro per Mps Un' audizione poco
incoraggiante Con
tutto il rispetto dovuto al ministro Padoan non ci possiamo dire soddisfatti
della sua audizione alle Camere sulla vicenda Mps. Il ministro dell’Economia
ha parlato di “colpevoli” che devono pagare per la situazione di sfacelo in
cui è caduto l’istituto di credito, ma a proposito non è stato chiarissimo.
Chi sono questi colpevoli? Il management è stato escluso, dispone della
fiducia del governo che pure si prepara alla nomina di un nuovo Cda. Non è
che saranno gli obbligazionisti, poco attenti ed informati sui titoli a
rischio messi nel loro portafoglio, i responsabili del dissesto? Padoan ha
infatti annunciato delle procedure di informazione per i clienti delle banche
troppo superficiali o ignoranti. Il ministro non ce ne voglia, ma le banche
dispongono di consulenti a cui in genere i clienti si rivolgono proprio perché
consapevoli delle loro lacune in materia. Forse i clienti hanno forzato la
mano ai consulenti finanziari di Mps? Perché questo è l’unico caso in cui
effettivamente il management andrebbe salvato: quando i clienti si sono
dimostrati incuranti della dovuta prudenza verso titoli a rischio li hanno
pretesi comunque vagheggiando lauti guadagni. Solo che in questo caso, i
clienti avidi ed incompetenti, non ci sarebbe nulla di illecito, solo un
errore di valutazione sull'andamento dei mercati che ha travolto i risparmiatori.
Invece Padoan ha parlato di "illeciti" e di attendere le
valutazioni della magistratura, quindi non accusava i clienti. Capiamo
ovviamente che il ministro sia preoccupato per il discredito che una singola
vicenda, per quanto clamorosa essa sia, possa ritorcersi sull’intero sistema
bancario. Solo che non essendo ancora trasparente la situazione di Mps, visto
che lo stesso ministro aspetta le valutazioni giudiziarie, perché procedere
direttamente al salvataggio. E se la magistratura descrivesse un quadro di
irregolarità ancora più ampio di quello abbozzato dal ministro? Se la
valutazione finale su Mps spetta alla giustizia ordinaria, temiamo che la
crisi possa essere persino più grave di quello che già appare, soprattutto
nel caso venissero coinvolti organismi di vigilanza. In quel caso potremmo
trovarci di fronte ad una commistione di illeciti che coinvolga Mps e si
spinga molto oltre. Un'ultima comsiderazione: poiché il governo intende
limitare nel tempo il salvataggio pubblico e poi affidare al mercato il
futuro di Msp, il salvataggio non servirebbe a nulla nel caso in cui il
mercato, affondi definitivamente anche l’istituto rinnovato, sulla scorta di
notizie che oggi non si posseggono. In questo caso andremmo incontro ad un
fallimento persino più clamoroso, ed oneroso, di quello che comporterebbe ora
la cessazione delle attività dell’istituto senese. Roma, 13
gennaio 2017 |
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